Claesz Pieter - Galleria Luigi Caretto

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Claesz Pieter

Quadri mostra
 
 
 

Pieter Claesz

"Monumentale Natura Morta con Ostriche e Granchi"
olio su tela 106x136,4 cm
opera firmata col monogramma e databile 1657


 
 
 


 


Pieter Claesz
(Burgsteinfurt 1597 – Haarlem 1660)
Il più importante pittore olandese di nature morte.

Provenienza: Collezione privata, Svizzera.

Letteratura: M. Brunner – Bulst, Pieter Claesz, 2004.

Nota: La nostra tela, firmata con il monogramma usuale PC e datata 1657, è un notevole esempio dello stile maturo di Claesz, non solo per il formato imponente, ma anche per la richezza compositiva. L'autore, a partire dai primi anni cinquanta, cambia registro cromatico, in contrapposizione al periodo precedente, più monocromo. Con un uso più variegato dei colori e con una dispozione più elaborata degli elementi naturamortistici, l'effetto di opulenza è portato al massimo grado. La materia ricca di impasto ed il forte geometrismo compositivo hanno un impatto visivo d'una modernità spiazzante. Tipica è la presenza dei bicchieri "Jug" (alto e stretto, per la birra) e dei "Roemer" (bassi e con l'impugnatura in bugnato ruvido), mentre cibi quali le ostriche, il pane bianco ed i costacei alludono ad una committenza di alto livello sociale, secondo quel duplice scopo di cui le nature morte olandesi sono sempre fornite: funzione decorativa in parallelo ad un'esibizione calcolata di benessere e ricchezza, in linea con la nuova etica proto-capitalista protestante.
Vogliamo qui ricordare che l'autore è tra i più importanti pittori di nature morte ed è tradizionalmente considerato tra coloro che seppero portare il genere ai livelli più alti nella storia dell'arte. Recentemente ha visto la ribalta presso il "grande pubblico" anche in funzione della sua presenza in contesti non strettamente legati alla pittura. Ad esempio, nel romanzo "L'eleganza del riccio", l'autrice Muriel Barbery dedica un intero capitolo alla riflessione sulla bellezza e sull'attualità delle opere di Pieter Claesz. Questa monumentale natura morta, ascrivibile alla fase matura del Maestro, quando la sua pennellata si fa così esperta da diventare materica ed estrosa già come in un dipinto impressionista, ben si legge attraverso la riflessione dell'autrice letteraria:  la perfezione e la sollenità della composizione, dove tutto è stato studiato e calcolato disponendo i volumi con equilibrio e attenzione, vengono accompagnate da tonalità grigie, quasi argentee, eppure mai distaccate, mai asettiche. Anzi, una viva compartecipazione sancisce un patto tra gli oggetti e lo spettatore: quello dell'amore per la vita e per la bellezza, espressa anche attraverso il mondo materiale. L'occhio, senza sforzo, trova, in opere come questa, una forma che innesca la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di "assolutamente adeguato", che non potrebbe presentarsi sotto altra forma. La potenza degli oggetti e gli equilibri che li legano riescono a travalicare la contingenza storica per diventare valori universali, in una completa accettazione della materia che, per quanto caduca, ha la sua eternità nel valore che l'Uomo è in grado di darle. Ostriche, frutta, vino, argenti, ceramiche, pane fragrante e sugose olive, coltelli, noci e terracotta, cristalli e peltri, pesanti tendaggi e leggeri lenzuoli: veramente siamo di fronte ad un tipo speciale di grazia, non già divina o mistica, ma artistica, che ha permesso alla pittura olandese di eludere la maledizione del Tempo, sempre in agguato sul mondo materiale, di penetrare nell'essenza delle cose per unire ideale e reale e, attraverso questo, di trovare il senso della vita nella vita stessa.

 
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